Berkeley: Il filosofo che non credeva nei mobili, ma sì nelle idee

Quando la materia non conta, letteralmente.
19 settembre 2024 di
Berkeley: Il filosofo che non credeva nei mobili, ma sì nelle idee
homoerectus, Alessandro Liggieri

George Berkeley, il filosofo che ha deciso che la realtà è tutta nella testa. Preparati a scoprire perché quel tavolo che stai usando potrebbe non esistere... ma non provare a sedertici sopra!

George Berkeley: Il filosofo che guardava il mondo... e non lo vedeva

Ah, Berkeley. L’uomo che ti fa dubitare di tutto, persino del divano su cui sei seduto. George Berkeley è quel tipo di filosofo che se lo avessi incontrato in un bar, avrebbe messo in discussione l’esistenza della birra che stai bevendo. E non perché ne avesse bevute troppe, ma perché credeva davvero che la materia non esistesse. Sì, hai capito bene: per lui tutto quello che vedi e tocchi non è altro che un'idea nella tua mente. Quindi quel tavolo? Non c’è. Le sedie? Pure loro, solo un’illusione.


Ma non preoccuparti, Berkeley non era impazzito. In effetti, era piuttosto lucido nel suo ragionamento (almeno nella sua testa). Secondo lui, tutto ciò che percepiamo esiste solo perché lo stiamo pensando. E se smettiamo di pensarci? Puff, sparisce. Prendi per esempio quel bicchiere d’acqua davanti a te: esiste solo finché lo percepisci. Se distogli lo sguardo, beh, non è che sparisce nel nulla... o forse sì?


Il suo pensiero si chiama "immaterialismo", o come mi piace chiamarlo: "la scusa perfetta per non rifare mai il letto". Berkeley sosteneva che la materia non esistesse realmente, e che tutto ciò che conosciamo del mondo è solo un insieme di percezioni. Se nessuno è lì per percepirlo, il mondo fisico non ha più senso di esistere. Praticamente, è come se la realtà avesse bisogno di essere osservata per continuare a funzionare. Un po’ come quando il Wi-Fi smette di funzionare finché non chiami l’assistenza.

Se non lo vedi, non c’è. O forse sì?

Perché questo immaterialismo è così importante? Immagina di essere nel XVIII secolo e di credere fermamente che tutto ciò che tocchi sia reale. Poi arriva Berkeley e ti dice che quel bellissimo mobile di legno, che hai appena comprato, è solo un’idea nella tua testa. E tu che pensavi di fare un affare!

Berkeley era convinto che fosse la mente a dare vita alla realtà. La famosa frase “Esse est percipi” – "essere è essere percepiti" – non è solo il suo motto, è il cuore del suo pensiero. Se nessuno percepisce una cosa, quella cosa non esiste. Quindi, la domanda non è “se un albero cade nella foresta e nessuno è lì a sentirlo, fa rumore?”, ma piuttosto “l’albero esiste davvero se nessuno lo guarda?”. La risposta di Berkeley? No.

Le idee sono meglio dei mobili (anche se non ci puoi sedere)

Ora, non è che Berkeley avesse un problema con i mobili. Non ci sono prove storiche che odiasse i divani o che avesse qualcosa contro le sedie. Il suo vero problema era con la materia in generale. Quella fastidiosa tendenza degli oggetti a esistere anche quando non li guardiamo. Per lui, tutto era nella mente. Non la tua mente, ovviamente. Lui parlava della mente di Dio. Sì, hai capito bene, la mente di Dio. Berkeley aveva un pensiero abbastanza semplice: tutto ciò che percepiamo è un'idea nella mente di Dio, e noi siamo solo parte del suo gigantesco pensiero. Quindi, se la tua scrivania esiste, è perché Dio la sta "pensando". Ringrazia il cielo per i tuoi mobili!


In effetti, Berkeley non si fermava qui. Diceva che la nostra intera esperienza del mondo è una serie di percezioni che si verificano nella nostra testa (e nella testa di Dio, ovviamente). Quindi, se ti stai chiedendo perché non hai mai visto quel vestito che desideravi scomparire magicamente dal negozio, è perché, indovina un po'? Dio lo sta ancora "pensando". Sì, forse questo ti fa apprezzare un po’ di più la tua ultima sessione di shopping.


Però, la cosa più divertente è che tutto ciò non è stato detto da uno che passava le sue giornate a osservare nuvole o a meditare in silenzio. Berkeley era un uomo di azione! Un vescovo, niente meno. E non uno qualunque: uno che ha cercato di portare avanti un progetto per fondare una missione religiosa alle Bermuda. Perché alle Bermuda? Chi lo sa, forse Dio glielo aveva suggerito, ma l’impresa fallì. Nonostante ciò, Berkeley non si fece abbattere, e continuò a mettere in dubbio il mondo che lo circondava. Letteralmente.


Quindi, Berkeley aveva ragione?

Allora, aveva ragione Berkeley? Beh, dipende. Se sei del tipo che ha bisogno di toccare le cose per crederci, probabilmente Berkeley ti farebbe impazzire. Immagina passare una giornata con lui: “Guarda questo bel tramonto”. “Sì, ma esiste davvero solo perché lo sto guardando!”. Ecco, le conversazioni con Berkeley probabilmente finivano con un bel mal di testa. Ma non puoi negare che avesse una visione interessante del mondo.

Oggi, la sua filosofia potrebbe sembrare un po’ fuori moda, ma l’idea che la percezione giochi un ruolo fondamentale in ciò che definiamo reale è ancora oggetto di discussione. E, ammettiamolo, è una scusa perfetta per non preoccuparsi troppo di quel caos sulla scrivania: se non lo guardi, forse non esiste.

Perché te lo consiglio

Te lo consiglio perché ti farà mettere in discussione tutto, anche l’esistenza del tuo armadio. Berkeley è la lettura ideale per chi ama dubitare della realtà e vivere con un pizzico di follia filosofica.

Perché non te lo consiglio

Non te lo consiglio perché se ti piace avere certezze (e sapere che il tuo divano esiste davvero), Berkeley ti farà venire voglia di tirarti i capelli.

Why I recommend IT

I recommend it because it will make you question everything, even the existence of your wardrobe. Berkeley is the perfect read for those who love to doubt reality and live with a touch of philosophical madness.

Why I Don't Recommend IT

I don’t recommend it because if you like certainty (and knowing your couch really exists), Berkeley will make you want to pull your hair out.

Berkeley: Il filosofo che non credeva nei mobili, ma sì nelle idee
homoerectus, Alessandro Liggieri 19 settembre 2024

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