Kant: quando la filosofia si è complicata per sport

Come Kant ha reso difficile anche capire che ora è, figuriamoci il resto.
10 ottobre 2024 di
Kant: quando la filosofia si è complicata per sport
homoerectus, Alessandro Liggieri

Immanuel Kant ha trasformato il pensiero in una gincana mentale. Vieni a scoprire come il criticismo idealistico ha reso i nostri cervelli un labirinto, con una risata qua e là.

Immanuel Kant: l’uomo che ha detto "non sai niente" con stile


Ok, ammettiamolo subito: capire Kant è come cercare di risolvere un cubo di Rubik bendato mentre reciti l'alfabeto greco al contrario. Non hai mai capito l'alfabeto greco? Benvenuto nel mondo del criticismo kantiano. Il nostro buon vecchio Immanuel Kant, un tipo che probabilmente non ha mai saltato un appuntamento, ha pensato che fosse una bella idea farci capire che, no, non sappiamo nulla del mondo reale. E sì, non basta un caffè doppio per affrontare questa verità.


Kant ha lanciato la bomba dicendo che non possiamo conoscere il mondo per com'è davvero, ma solo per come ci appare. Geniale, vero? In pratica, tutto quello che vedi, tocchi, annusi o anche solo pensi è, beh, un po' distorto dalla tua mente. E giusto per complicare le cose, ha aggiunto che esistono delle "categorie" che regolano come percepiamo il mondo. Quindi, no, non basta dire: "Lo vedo, quindi esiste", perché Immanuel direbbe: "Calma, vediamo solo quello che la nostra mente ci permette di vedere".

E come se non bastasse, ci ha regalato anche il famigerato "imperativo categorico". Immagina questo: una regola universale che ti dice di fare sempre il bravo, anche quando non c’è nessuno che ti controlla. E sì, se pensavi che solo tua madre fosse così severa, beh, sappi che Kant l'ha battuta di gran lunga.


Ora, tutto questo criticismo non è stato solo una moda passeggera. Ha messo in crisi intere generazioni di filosofi, che non riuscivano a dormire la notte cercando di capire cosa volesse dire veramente. E la cosa migliore? Kant è solo l'inizio. Dopo di lui, sono arrivati quelli che hanno preso il suo pensiero e l'hanno spinto all'estremo, dicendo: "Ehi, cosa succede se giochiamo ancora di più con queste idee?".


Ma non corriamo troppo. Sei pronto per un viaggio filosofico che ti farà rivalutare anche il modo in cui guardi il tuo tostapane? Bene, allora preparati, perché le cose si fanno idealistiche.

Fichte, Schelling e Hegel: tre cervelli fumanti e l'idealismo che li ha rovinati


Appena Kant ha terminato di lanciare la sua palla filosofica nella nostra mente, arrivano i veri pazzi. E con pazzi intendo Johann Fichte, Friedrich Schelling e, dulcis in fundo, Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Sono loro che hanno preso il lavoro di Kant, l'hanno guardato e hanno detto: "Ok, Immanuel, hai fatto un bel lavoro, ma noi possiamo renderlo ancora più incomprensibile." E ci sono riusciti, ovviamente.


Partiamo con Fichte. Questo tizio aveva un’idea tanto semplice quanto devastante: "E se fossimo noi a creare il mondo con la nostra coscienza?" Sì, hai capito bene. Fichte pensava che tutto ciò che percepiamo esiste solo perché noi lo percepiamo. Insomma, siamo tutti piccoli creatori del nostro universo, ma senza superpoteri. Peccato. E poi, boom, la realtà non è più la stessa. O forse non lo è mai stata.


Poi arriva Schelling, il filosofo che decise che non poteva essere solo la nostra mente a fare tutto il lavoro. No, anche la natura ha la sua parte. Quindi non basta dire che siamo noi a creare il mondo; bisogna includere anche alberi, fiori, cagnolini e tutto il resto. È un po' come dire che sì, sei tu che scegli cosa vedere su Netflix, ma la scelta è limitata da quello che Netflix ti offre. Schelling ha praticamente detto: "Il mondo è come Netflix".


Infine, eccolo, il colosso: Hegel. Se pensavi che Kant fosse difficile, Hegel ti farà rimpiangere di aver mai iniziato a leggere filosofia. Questo simpaticone ha deciso che tutto nell'universo, ogni singolo evento, è parte di un gigantesco processo dialettico. Hai mai avuto una giornata orribile? Hegel ti direbbe che fa parte di un piano più grande. Stai vivendo un momento di gioia suprema? Anche quello è parte della dialettica. In pratica, per Hegel, tutto è collegato e si evolve verso una consapevolezza assoluta. Bello, vero? Certo, se solo qualcuno capisse veramente cosa volesse dire.


E così, grazie a questi tre filosofi, abbiamo preso il criticismo kantiano e lo abbiamo trasformato in una specie di serie TV mentale, con colpi di scena che neanche "Game of Thrones". E tu, intanto, sei qui che cerchi di capire di cosa stiamo parlando. Tranquillo, nessuno lo sa davvero.

1781
Critica della Ragion Pura

Kant pubblica la Critica della Ragion Pura, dove introduce il suo criticismo.

1794
Fichte

Fichte prende il testimone e sviluppa l'idealismo soggettivo: siamo noi a creare la realtà!

1800 
Schelling

Schelling decide che la natura non può essere esclusa e introduce la sua filosofia della natura.

1807 
Hegel 

Hegel svela la sua Fenomenologia dello Spirito e fa esplodere le menti di tutti con la dialettica.

1800-30 
Dibattito tra idealisti

Nasce il grande dibattito tra idealisti su chi abbia realmente capito Kant, con il risultato che nessuno ci ha capito nulla.

Kant e soci: la filosofia che non ti fa dormire la notte


Se sei arrivato fino a qui, ti meriti una medaglia, o almeno una birra. La verità è che Kant e l’idealismo tedesco sono come un lungo viaggio in auto senza navigatore. Ogni tanto pensi di essere sulla strada giusta, ma poi ti rendi conto che non hai idea di dove ti trovi. E va bene così, perché il bello della filosofia, alla fine, è proprio questo: non avere risposte definitive, ma solo domande sempre più grandi.

Kant ha aperto una porta che non si è mai più chiusa. Ha detto che non possiamo conoscere il mondo come è veramente e che la nostra mente è uno strumento limitato. Eppure, ha dato vita a un'intera generazione di filosofi che, invece di arrendersi, hanno deciso di complicare ulteriormente la situazione. E tu? Sei pronto a lasciare che Kant, Fichte, Schelling e Hegel ti facciano domande che non sapevi nemmeno esistessero? Oppure preferisci restare nel rassicurante mondo del "io vedo, quindi esiste"?


Ricorda, non ci sono risposte sbagliate… tranne quelle che non ci sono proprio.

Perché te lo consiglio

Te lo consiglio perché, se sei una di quelle persone che adorano vedere i difetti umani messi sotto il microscopio, allora questo viaggio nel criticismo kantiano e nell’idealismo è perfetto per te.

Perché non te lo consiglio

Te lo consiglio perché, se sei una di quelle persone che adorano vedere i difetti umani messi sotto il microscopio, allora questo viaggio nel criticismo kantiano e nell’idealismo è perfetto per te. (300 caratteri)

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Kant: quando la filosofia si è complicata per sport
homoerectus, Alessandro Liggieri 10 ottobre 2024

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