Aristotele e l'arte di non capirci niente: un'avventura filosofica

Quando l'antica Grecia incontra il tuo moderno cinismo.
11 aprile 2024 di
Aristotele e l'arte di non capirci niente: un'avventura filosofica
homoerectus, Alessandro Liggieri

Aristotele ritorna dalla tomba per farti un quiz: sei abbastanza sveglio per capire l'universale o ti perdi nel tuo bicchiere d'acqua? 

Quel vecchio saggio di Aristotele

Quindi, ti trovi seduto in un angolo di un bar un po' retrò, con quel leggero aroma di caffè vecchio che ti fa pensare ai tempi in cui la gente ancora leggeva libri di carta. E chi si materializza al posto accanto a te? Aristotele. Sì, proprio lui, con la sua tunica che grida "non sono stato in lavanderia da secoli" e quell'aria di chi ha passato troppo tempo a riflettere su cose tipo "Se un albero cade in un bosco e non c'è nessuno, fa rumore?".

"Ah, il giovane allievo!" esclama. E non importa quanto cerchi di spiegargli che la tua idea di filosofia si limita a decidere se ordinare una birra o un cocktail, lui è lì, pronto a darti lezioni su concetti che suonano come il titolo di film di fantascienza.

"Iniziamo con l'universale," dice, e tu speri che sia il nome di un nuovo drink, ma no, si tratta di qualcosa di molto più complicato. "Vedi," prosegue, mentre tu ti aggrappi al tuo bicchiere cercando conforto, "l'universale è come il codice segreto dell'esistenza, il DNA delle idee."

Tu alzi un sopracciglio, pensando che l'unica cosa che vuoi decodificare in questo momento è il menu del bar. Ma Aristotele non è tipo da arrendersi facilmente. "Immagina," continua, "che ogni cosa che vedi, ogni concetto di cui parli, sia un fiume che scorre verso un oceano di significato universale."

A quel punto, ti chiedi se il barman abbia messo qualcosa di forte nel tuo drink, perché inizi a vedere Aristotele meno come un filosofo antico e più come un regista di un film indie che nessuno capisce.

Ma ecco la svolta: mentre Aristotele si lancia in una dissertazione su come "essere" e "sostanza" siano la chiave per capire l'universo, tu realizzi che forse, solo forse, c'è qualcosa in quello che dice. Forse l'universale non è solo un concetto per vecchi saggi con la barba, ma qualcosa che può darti una nuova prospettiva su tutto, dalla tua birra al significato della vita.

E mentre Aristotele sorseggia il suo drink (che hai scoperto chiamarsi "Metafisica Mojito"), capisci che forse passare il pomeriggio con un filosofo greco antico non è poi così male. Dopotutto, chi altro può darti una lezione di vita, universo e tutto quanto, tra un sorso e l'altro?

L'Universale secondo il barista

E proprio quando pensi di aver trovato un attimo di pace, ecco che il barista decide di entrare nella conversazione. Sì, quello con il tatuaggio di Schrödinger sul braccio, che ti fa sempre domande esistenziali quando tutto ciò che vuoi è un caffè, non una crisi di identità.

"Mmh, l'universale, eh?" dice, pulendo un bicchiere con un panno che sembra aver visto più filosofia di quanto il tuo libro di testo del liceo abbia mai potuto immaginare. "Pensa a questo," inizia, e tu sai già che sarà una lunga serata. "Ogni drink che preparo qui," continua, "è unico. Eppure, tutti riconoscono un Mojito, giusto? C'è l'essenza del Mojito in ogni versione che faccio."

Tu guardi il Mojito di Aristotele, chiedendoti se dentro di esso ci sia nascosto il segreto dell'universo. O forse solo molto rum. Difficile dire.

"Vedi," prosegue il barista, "è come con le persone. Ogni persona è unica, ma ci sono qualità, emozioni, esperienze... universali, che ci collegano tutti. Amore, tristezza, gioia, la resa dei conti quando scopri che il tuo Mojito metafisico in realtà ha più calorie di un Big Mac."

Aristotele annuisce, evidentemente approvando questa virata alcolica della metafisica. "Esatto! È quello che ho cercato di dire per secoli!" E tu non puoi fare a meno di pensare che, forse, se avesse usato il paragone del bar più spesso, avrebbe avuto molti più follower su Instagram.

Mentre il barista si lancia in una dissertazione su come ogni cocktail rappresenti un universale, dalla "Sofferenza del Gin Tonic" alla "Euforia dell'Espresso Martini", inizi a pensare che forse, in un modo strano e decisamente ubriaco, ha senso. Forse l'universale non è solo una questione di concetti astratti e filosofia antica. Forse è anche nelle piccole cose, come un drink preparato al momento giusto, per la persona giusta.

"Ma non dimenticare," ti avverte il barista con un sorriso complice, "che alla fine, è tutto soggettivo. Quello che è universale per te potrebbe non esserlo per il tipo seduto al tuo fianco." E con un cenno verso Aristotele, che ormai sembra profondamente immerso nella contemplazione del suo Mojito, aggiunge: "A meno che non stiate entrambi cercando la verità in fondo a un bicchiere."

E così, mentre la notte avanza e i discorsi si fanno più filosofici, inizi a vedere l'universale in una nuova luce. Non solo come un concetto astratto da discutere in accademie polverose, ma come qualcosa di vivo, che respira nel quotidiano, tra le risate e i drink di un bar che sembra aver capito molto più di quanto si potrebbe pensare.

Te lo consiglio perché

...altrimenti Aristotele non la smetterà mai. E poi, ammettiamolo, potrebbe essere utile per vincere qualche discussione al prossimo aperitivo filosofico. "Ah, ma secondo l'universale aristotelico..." e sei già a metà dell'opera.

Non te lo consiglio perché

...potresti finire per essere quello che, a feste e compleanni, inizia a parlare di filosofia antica quando tutti gli altri vogliono solo ballare. E credimi, non è una buona mossa per socializzare.

Aristotele e l'arte di non capirci niente: un'avventura filosofica
homoerectus, Alessandro Liggieri 11 aprile 2024

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