Il XX secolo è stato il palcoscenico di una lotta epica: i poveri contro i ricchi. Non aspettarti eroi, solo gente stanca di essere sfruttata.
Gli operai contro tutti
Ok, ammettiamolo, il XX secolo non è iniziato benissimo per chi lavorava in fabbrica. Se pensavi che oggi la situazione lavorativa fosse pesante, beh, nel 1900 i lavoratori avevano un solo diritto: lamentarsi, ma in silenzio. Lavorare 12 ore al giorno per una paga che oggi non coprirebbe nemmeno l’abbonamento al telefono era la norma. E poi, c'erano i padroni: quegli adorabili magnati che guadagnavano quanto tu non vedrai nemmeno in 10 vite, e che si stupivano quando gli operai si ribellavano.
È in questo contesto che nasce la “lotta di classe”, un modo elegante per dire: “siamo stanchi di fare la fame mentre voi vi riempite di caviale”. E così cominciano scioperi, rivoluzioni e qualche scaramuccia qua e là. Insomma, non era un bel periodo per i rapporti di lavoro. Da un lato, c’erano i lavoratori che chiedevano un po’ di giustizia sociale, dall’altro c'erano i ricchi che rispondevano: “Cosa? Vuoi un giorno libero? Assurdo!”
I sindacati iniziano a farsi sentire, e anche se all’inizio sembravano una banda di matti armati solo di megafoni, piano piano riescono a farsi ascoltare. Non sempre va come sperano, ma d'altronde, quando il tuo avversario ha più soldi di quanti tu possa immaginare, hai bisogno di una strategia, e possibilmente anche di una mazza.
Rivoluzioni, scioperi e guai
La scintilla esplode a inizio secolo, con una serie di rivolte e scioperi che sembrano la versione politica di una partita a scacchi, solo che qui i pedoni cercano di mangiare la regina. Ecco qualche tappa importante di questa saga infinita:
Rivoluzione russa
La Rivoluzione Russa accende la miccia. Gli operai dicono basta, lo zar è confuso e i ricchi? Beh, loro continuano a non capire il problema.
Lenin
Ancora Russia, e stavolta gli operai vincono. Lenin entra in scena e improvvisamente il comunismo sembra la risposta a tutti i problemi. Spoiler: non lo è.
Grande depressione
La Grande Depressione. La bolla speculativa scoppia e i ricchi finalmente sentono il dolore. Peccato che a rimetterci siano stati soprattutto i poveri.
Guerra civile spagnola
In Spagna, la Guerra Civile diventa un altro grande capitolo di questo dramma. Da una parte i fascisti, dall'altra chi vuole un mondo un po’ più giusto. Spoiler: vincono i fascisti.
Il sessantotto
Un’ondata di proteste travolge il mondo. I giovani e i lavoratori dicono basta all’ingiustizia e cominciano a sognare un futuro migliore. Se l’hanno ottenuto? Beh, dipende chi lo racconta.
Ecco, questo è il genere di caos che ha dominato gran parte del XX secolo. E anche se alcune battaglie sono state vinte, la guerra tra ricchi e poveri non è mai finita. Solo che oggi si combatte con i click su internet invece che con le forche.
La lotta continua... ma su altri fronti
Se pensavi che alla fine ci sarebbe stato un lieto fine, mi spiace deluderti. Il XX secolo ci ha insegnato che la lotta di classe non è un film con una conclusione epica. Non c’è un vincitore, solo un continuo tira e molla tra chi vuole vivere dignitosamente e chi vuole mantenerli sotto controllo. E anche se oggi abbiamo più diritti rispetto a un secolo fa, non possiamo certo dire che il gioco sia finito. I ricchi sono ancora lì, più ricchi di prima, mentre i poveri... beh, fanno quello che possono.
Ma sai qual è la buona notizia? Che non importa quante volte cadano, i poveri si rialzano sempre. Con nuove idee, nuove lotte e la speranza che un giorno, forse, le cose cambieranno davvero.
Perché te lo consiglio
Te lo consiglio perché ti farà riflettere sui difetti umani: l'avidità, l'egoismo e l’incapacità di imparare dai propri errori. Un tema vecchio come il mondo, ma sempre attuale.
Perché non te lo consiglio
Non te lo consiglio perché se cerchi una storia con un lieto fine, qui troverai solo disillusioni. Gli esseri umani non cambiano mai davvero.
Why I recommend IT
I recommend it because it makes you reflect on human flaws: greed, selfishness, and the inability to learn from past mistakes. An age-old theme, but still relevant.
Why I Don't Recommend IT
I don’t recommend it because if you’re looking for a story with a happy ending, all you’ll find here are disillusionments. Human beings never really change."