Due cuori, un affitto: l'amore secondo il mercato immobiliare

Quando l'amore si fa contratto: esplorazione sarcastica di 'Due cuori in affitto'
15 marzo 2024 di
Due cuori, un affitto: l'amore secondo il mercato immobiliare
homoerectus, Alessandro Liggieri

Affitto d'amore o amore in affitto? Scopri 'Due cuori in affitto', dove l'amore incontra l'umorismo nero.

Affetti in subaffitto e cuori in vendita

Pensa a un mondo dove l'amore non bussa, ma piuttosto ti arriva per posta, in una busta troppo grande per la tua cassetta, firmato e sigillato da un notaio con un senso dell'umorismo discutibile. "Due cuori in affitto" non si limita a farci entrare in questo mondo: ci lancia dentro senza paracadute, lasciandoci a domandarci se l'amore sia davvero come un contratto di locazione: prima ti innamori della vista e del camino funzionante, poi scopri che le tubature perdono e il vicino di casa crede di essere una reincarnazione di Elvis.

I protagonisti, un lui e una lei che avrebbero potuto tranquillamente continuare a ignorarsi se non fosse stato per un bizzarro incrocio di destini (e un agente immobiliare con uno strano senso del destino), si ritrovano a condividere non solo un tetto, ma anche un'assurda serie di eventi che sembrano usciti da un manuale su "come complicarti la vita in 10 mosse". Lei, una cuoca con un talento per trasformare qualsiasi ingrediente in un piatto capace di far piangere gli dei dell'Olimpo; lui, un musicista che ha più paura dell'impegno che di un concerto di flauti dolci al liceo.

Man mano che la storia si dipana, i nostri eroi imparano che l'amore, un po' come un vecchio appartamento, ha bisogno di manutenzione, pazienza e una buona dose di follia. Attraverso incontri disastrosi, malintesi esilaranti, e momenti di tenerezza inaspettata, "Due cuori in affitto" ci mostra che il vero amore potrebbe anche non essere perfetto, ma di certo non sarà mai noioso. E forse, proprio come in un appartamento affittato, ciò che rende tutto speciale non sono i muri intorno a noi, ma chi scegliamo di avere al nostro fianco, anche quando il riscaldamento si rompe in pieno inverno.

Una divertente disamina dell'amore

Allora, mettiamoci comodi e parliamo seriamente (ma non troppo) di "Due cuori in affitto". Se dovessi descrivere questo libro usando solo oggetti trovati in una cucina, direi che è come un frullatore lanciato a massima velocità senza coperchio: un delizioso disastro che ti lascia sia estasiato che leggermente preoccupato per le tue pareti. Felicia Kingsley prende i difetti umani, li getta in questo frullatore insieme a una generosa dose di umorismo, una spruzzata di sarcasmo, e preme 'impasto'. Il risultato? Una storia che ti cattura, ti diverte, ti fa riflettere e, in qualche modo, ti fa sentire meno solo nel mondo.

Strutturalmente parlando, il libro è un esempio lampante di come intrattenere il lettore senza mai prendersi troppo sul serio. Kingsley naviga tra temi come l'amore, la convivenza forzata, e gli inquilini fastidiosi (metaforici e non) con la grazia di un elefante in una cristalleria, ma è proprio questa sua goffaggine narrativa a rendere il tutto irresistibile.

Dal punto di vista stilistico, l'autrice oscilla tra il genio e la follia. La sua scrittura è come quella persona che incontri a una festa e che ti racconta la storia più incredibile che tu abbia mai sentito, con tanto di gesti teatrali e cambi di voce: non puoi fare a meno di ascoltare, anche se parte di te si chiede se sia tutto vero.

In termini di argomento, "Due cuori in affitto" affronta i difetti umani con una tale disinvoltura che finisci per chiederti se l'autrice abbia installato telecamere nella tua vita. Il romanzo ti tiene incollato alle pagine, facendoti ridere delle idiosincrasie dell'amore moderno, mentre nel profondo ti lascia quella dolce malinconia per ciò che è umano, imperfetto, e meravigliosamente complicato.

Concludendo, su una scala da 1 a 10, "Due cuori in affitto" merita un solidissimo 8. È il tipo di libro che, una volta finito, ti fa desiderare di chiamare l'autore per un caffè, solo per poter continuare a ridere e riflettere insieme sulle stranezze dell'esistenza. E se questo non è un segno di una lettura memorabile, allora davvero non so cosa possa esserlo.

Perché te lo consiglio

Te lo consiglio perché Kingsley ci ricorda che i difetti umani sono il miglior terreno di coltura per l'umorismo. L'egoismo, l'indecisione, la paura di impegnarsi seriamente in qualcosa che non sia un abbonamento Netflix, sono dipinti con un tratto così leggero e amaro da risultare irresistibili.

Perché non te lo consiglio

Non te lo consiglio se il tuo ideale narrativo è un mondo dove i protagonisti vivono felici e contenti senza mai affrontare una crisi esistenziale o dubitare delle loro scelte amorose. Questo libro mette in scena l'umanità in tutta la sua gloriosa imperfezione, e non tutti sono pronti a ridere di se stessi.


Due cuori, un affitto: l'amore secondo il mercato immobiliare
homoerectus, Alessandro Liggieri 15 marzo 2024

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