Se pensi che il cacao serva solo per fare la cioccolata calda, Jorge Amado è qui per dirti: "Ah, caro mio, la vita è ben più amara". Ecco a te una storia che ti porta dritto nelle piantagioni brasiliane, dove il vero sapore del cacao è fatto di ingiustizia, sudore e... difetti umani
Amado ti fa venir voglia di cambiare mestiere... o pianeta
All’inizio pensi: “Ah, che bel romanzo, parliamo di cacao, cioccolata, dolcezza...” No. Ferma tutto. Jorge Amado ti porta dritto nella vita dura e cruda delle piantagioni di cacao del Brasile, e non ci sono tavoletta di cioccolato o tazza di cioccolata calda che possano salvarti.
Il protagonista, un giovane idealista che pensa che i suoi sogni di giustizia e uguaglianza fioriranno come il cacao (beata ingenuità), si ritrova ben presto a fare i conti con la dura realtà della piantagione. Qui, la gente lavora come muli, e i sogni... beh, quelli si spezzano al primo turno sotto il sole cocente. L’intero sistema è una macchina infernale che macina esseri umani come se fossero bacche di cacao, e il giovane scopre che sopravvivere significa fare compromessi con la propria anima, un morso alla volta.
Ma, come ci insegna Amado, non c'è sofferenza senza una buona dose di ironia. Quindi preparati: mentre leggi di ingiustizie e sfruttamento, riderai amaro, come chi ha appena scoperto che il cacao non serve solo a fare i cioccolatini.
Perché Amado ti prende a calci nei sentimenti (con stile)
Jorge Amado è un maestro nel farti sentire come un piantatore di cacao emotivo: prima ti semina l'illusione di un mondo dove le persone potrebbero, chissà, essere migliori, e poi, con una pacata ironia, ti fa capire che no, non è affatto così. Eppure, mentre ti lascia annaspare nella disperazione dei protagonisti, non puoi fare a meno di apprezzare il modo in cui lo fa.
La struttura narrativa è un piccolo gioiello di frustrazione emotiva: ti immerge in un mondo in cui i difetti umani, come l’avidità e il potere, sono al centro della scena. E lo fa con una scrittura che, malgrado la durezza del tema, scorre come una tazza di cioccolata calda... amara.
Il vero punto forte di "Cacao" è come Amado riesca a rendere i difetti umani così... familiari. Sì, perché mentre ti indigni per le condizioni dei lavoratori e per il cinismo dei padroni delle piantagioni, ti rendi conto che i difetti di cui parla sono gli stessi che vedi nel tuo vicino di casa (o in te stesso, ma meglio non ammetterlo).
La bellezza di questo libro sta proprio nel suo equilibrio tra la tragedia e l'ironia: Amado ti sbatte in faccia le realtà più dure e poi ti strappa un sorriso, come se ti dicesse: “Ehi, sì, la vita è una schifezza, ma guarda il lato comico!”
Perché te lo consiglio
Te lo consiglio perché Amado ti fa riflettere sui difetti umani senza prediche. Con un’ironia sottile e uno stile che ti coinvolge, ti lascia con un senso di consapevolezza che difficilmente ti scrolli di dosso.
Perché non te lo consiglio
Non te lo consiglio perché se cerchi una lettura leggera per rilassarti, "Cacao" è l'equivalente letterario di un pugno nello stomaco... con un leggero sorriso finale, giusto per addolcirti il colpo.
Why I Recommend It
I recommend it because Amado makes you reflect on human flaws without preaching. With a subtle irony and an engaging style, it leaves you with a sense of awareness that’s hard to shake off.
Why I Don't Recommend It
I don’t recommend it if you’re looking for a light read to unwind. "Cacao" is the literary equivalent of a punch in the gut... with a slight smile at the end, just to soften the blow.