Blue Eye Samurai: un mix di dramma e animazione con samurai emotivi e vendette sanguinose. Uno show che ride dei cliché e li abbraccia con gusto. Regista: Jane Wu (no, non quella del take-away).
Scheda
- Regista: Jane Wu (no, non quella del take-away)
- Genere: "Cartoni" per chi non ha mai superato l'infanzia
- Durata: Più lunga di un discorso di ringraziamento agli Oscar
- Anno: 2023 (sì, esistono ancora i samurai)
- Tratto dal romanzo: [Classificato top secret]
- Attori principali: Chiunque sia famoso e sappia brandire una spada di plastica
Dove vederlo
"Blue Eye Samurai" è su Netflix, perché dove altro potresti vederlo mentre mangi sushi sul divano?
Trama
Mizu, la nostra eroina con più problemi emotivi di un adolescente in crisi, vive in un Giappone dove i samurai fanno ancora la storia, o almeno ci provano. La storia inizia con lei che incontra, indovina un po', un trafficante di carne umana in una noodle shop. Perché ovviamente, dove altro dovresti iniziare un'epopea di vendetta se non mentre mangi soba?
Mizu, che sembra avere un radar per i guai, decide di inseguire il fratello del trafficante, Heiji Shindo. Non so te, ma io di solito mi fermo al primo nemico. Ma hey, siamo in una serie TV, non nella vita reale. Lungo la strada, incontra Ringo, un cuoco che evidentemente ha visto troppi film di Kung Fu e decide di seguirla. Perché, sai, ogni eroe ha bisogno di un sidekick.
Nel frattempo, c'è una storia d'amore in sottofondo tra una principessa e un samurai, perché non c'è niente di meglio che mescolare amore e spade affilate. La principessa Akemi vuole sposare Taigen, il samurai, ma suo padre ha altri piani. Sembra che in questo show, tutti abbiano un agenda segreta, tranne forse il cuoco.
Mizu, tra allenamenti su scogliere e battaglie con assassini chiamati "I Quattro Zanne" (seriamente, chi li nomina?), scopre che è inseguita da un vecchio nemico, Chiaki. E come se non bastasse, viene ferita gravemente. Perché, ovviamente, cosa c'è di meglio che un'eroina quasi morta per un po' di tensione narrativa?
Ci sono poi storie di intrighi al castello, piani per assassinare lo shogun, e Taigen che cerca di riconquistare il suo onore. Mizu si fa strada attraverso trappole e combattimenti, salvando Taigen e affrontando il malvagio Fowler, l'uomo bianco dietro a tutto il caos.
La serie si conclude con Mizu che affronta i propri demoni (e qualche nemico reale) in un finale epico, pieno di colpi di scena e, naturalmente, battute taglienti. Perché, in fondo, che sarebbe una serie sui samurai senza un buon vecchio duello finale?
Giudizio
"Blue Eye Samurai" è come quell'esperimento di chimica del liceo che non sai se finirà con un'esplosione o una scoperta rivoluzionaria. La serie mischia animazione e dramma storico con un pizzico di bizzarria che ti lascia a chiederti: "Ma davvero?". Partiamo dalla struttura narrativa: è come un sushi roll, stratificato e complesso, ma a volte ti chiedi se l'avocado ci stia davvero bene con il tonno.
La regia di Jane Wu è un po' come quella tua zia che al pranzo di Natale racconta storie: a volte divaga, ma quando colpisce, colpisce forte. La fotografia, poi, è così bella che ti dimentichi di essere seduto in pigiama sul divano mentre fuori piove. Ogni scena sembra un dipinto, con colori così vividi che ti chiedi se il tuo televisore sia improvvisamente diventato più high-tech.
Passiamo ai costumi: sono un mix tra "Voglio anch'io quell'armatura" e "Ma chi li ha scelti, un cosplayer ubriaco?". Eppure, funzionano. Danno quel tocco di autenticità che ti fa pensare: "Eh, forse nel Giappone medievale era proprio così". Ma poi ricordi che stai guardando un cartone e ti fai una risata.
E ora, il colpo di grazia: la resa cinematografica. Se la serie fosse un gelato, sarebbe un gusto strano ma sorprendentemente buono, tipo wasabi e cioccolato. Ci sono momenti in cui pensi: "Wow, questo è arte pura", e altri in cui ti chiedi se gli sceneggiatori abbiano preso ispirazione da una festa in maschera.
Infine, se fosse tratta da un libro, sarebbe quel tipo di adattamento che ti fa dire: "Non è come nel libro, ma hey, almeno hanno provato". Ma visto che non è tratto da un romanzo, possiamo solo immaginare l'autore del libro non scritto, probabilmente da qualche parte, grattandosi la testa e pensando: "Avrei potuto scrivere questo?"
In conclusione, "Blue Eye Samurai" è come una di quelle montagne russe che ti lasciano un po' nauseato ma stranamente soddisfatto. Voto finale? Diamo un coraggioso 7.5/10, con un bonus per l'audacia. Perché alla fine, chi non ama un buon vecchio show sui samurai con un tocco di stravaganza?
Perché te lo consiglio
Perché guardare "Blue Eye Samurai" ti farà sentire meglio dei tuoi strani vicini. È un tuffo in un mondo dove i difetti umani non sono solo accettati, ma celebrati con una risata.
Perché non te lo consiglio
Non te lo consiglio se il tuo ideale di serata è una commedia romantica con Hugh Grant. Qui l'unico amore è quello per le spade affilate e le vendette complicate.