Roma: più che un buco nel muro

Quando la storia incontra la spionistica, ecco cosa ottieni.
13 marzo 2024 di
Roma: più che un buco nel muro
homoerectus, Alessandro Liggieri

Scoprire Roma attraverso un buco? Eccome, se il panorama è da togliere il fiato.

La vista che non ti aspetti

Allora, mettiti comodo e immagina questo: stai camminando per le strade di Roma, con il sole che ti scalda la pelle e una leggera brezza che fa volteggiare il tuo umore quanto basta per farti sentire in una di quelle pubblicità di profumi in cui tutti corrono felici verso il nulla. Stai seguendo le indicazioni per il "posto segreto" che un tipo al bar, con uno sguardo da poeta maledetto e tre gatti sulle spalle, ti ha suggerito dopo il quarto espresso.

Arrivi davanti a un portone che ha visto giorni migliori, circondato da mura che potrebbero raccontarti la storia di Roma se solo sapessero parlare, o almeno mormorare qualcosa di comprensibile. Ti avvicini, con quel misto di eccitazione e ansia tipico di quando stai per fare qualcosa di leggermente illegale o, almeno, moralmente discutibile. Tipo spiare dal buco della serratura, ma con una giustificazione turistica.

E poi, eccolo lì: il famoso Buco della Serratura del Priorato dei Cavalieri di Malta. Non proprio quello che ti aspetti quando pensi a una "cosa-da-vedere" di Roma, vero? Più che un'attrazione turistica, sembra un invito alla violazione della privacy. Ma, hey, sei venuto fin qui, quindi perché non dare un'occhiata?

Ti pieghi leggermente, un po' titubante, chiedendoti se questo sia il momento in cui ti trasformi in un vero e proprio stalker di panorami. L'occhio al buco, e...

Bam! Non ci sono parole. Davanti a te si apre una vista così perfettamente incorniciata della Cupola di San Pietro che sembra quasi irrealistica, come se qualcuno avesse deciso di piazzare proprio lì, dietro quel buco anonimo, una delle scene più iconiche del mondo. È un momento di pura magia, una di quelle scene che ti aspetteresti in un film, con la musica che si alza mentre tu, l'eroe sconosciuto di questa avventura romana, scopri il segreto meglio custodito della città.

E in quel momento, mentre stai lì, a bocca aperta come un pesce fuor d'acqua, realizzi che forse, solo forse, quei momenti di pura bellezza e sorpresa sono ciò che rende la vita un'avventura degna di essere vissuta. Anche se si tratta solo di spiare attraverso un buco nel muro.

Come i cavalieri divennero voyeur 

Immagina di essere un cavaliere. Sì, proprio così, con l'armatura che ti rende inavvicinabile come il Wi-Fi gratuito in una zona desertica, una spada che più che tagliare burro sembra fatta per spalmare la marmellata, e un senso dell'onore talmente alto che ti ritrovi a fare il gentiluomo anche con le statue lungo il percorso. Ora, metti che tu e la tua allegra brigata di cavalieri corazzati decidiate di piantar radici su una delle colline più panoramiche di Roma, l'Aventino. Perché? Beh, la vista, ovviamente! Non c'è niente di meglio dopo una lunga giornata passata a fare i cavalieri erranti che rilassarsi con una vista che spacca, letteralmente.

Ma ecco la svolta: questi cavalieri, con un'agenda più vuota di un ristorante vegano in un raduno di carnivori, hanno un'idea. "E se," dice uno, armatura luccicante sotto il sole romano, "E se facessimo un buchino nella nostra porta così possiamo guardare fuori senza essere visti?" Gli altri lo guardano, pensierosi, masticando l'idea come fosse un boccone troppo grosso di pane raffermo. "E perché mai dovremmo fare una cosa del genere?" chiede un altro, sollevando il viso in modo che l'elmo non gli cada sugli occhi.

"Ecco perché," risponde il primo, con un sorrisetto da fare invidia a quello della Gioconda, "Perché sarebbe fico. Immagina solo di poter guardare la Cupola di San Pietro senza che nessuno sappia che stai guardando. Saremmo come... come... dei voyeur medievali!" L'idea, alquanto bizzarra, prende piede. Dopo tutto, cosa non si farebbe per aggiungere un po' di pepe alla vita monastica di un cavaliere?

Quindi, con la determinazione di chi ha troppo tempo libero e una quantità spropositata di risorse, i nostri cavalieri costruiscono il famigerato Buco della Serratura. Non un semplice buco, ma una finestra sul mondo, un segreto nascosto dietro la facciata di una normale porta che si affaccia su uno dei panorami più mozzafiato di Roma.

Col tempo, il Buco della Serratura diventa una specie di passatempo per i cavalieri, un modo per ricordarsi che c'è un mondo là fuori, pieno di bellezza e meraviglie, anche quando la vita sembra ridursi a poco più che una serie di allenamenti con la spada e dibattiti su chi abbia il cavallo più veloce. E, senza nemmeno accorgersene, questi guerrieri d'altri tempi si trasformano in custodi di uno dei segreti meglio custoditi di Roma, voyeur non tanto dei momenti intimi altrui, ma di uno spettacolo che la natura e l'uomo hanno saputo creare insieme.

E così, tra un turno di guardia e l'altro, i cavalieri del Priorato dei Cavalieri di Malta si guadagnano un posto nella storia non solo come valorosi guerrieri, ma come i primi a capire che, a volte, la cosa più bella che puoi fare è semplicemente fermarti e guardare.

Aneddoti dal buco 

Immagina una serata come tante nell'antica Roma, con i cavalieri del Priorato che si aggirano per i corridoi come fantasmi in cerca di un frigorifero a mezzanotte. Tra di loro, c'è questo tipo, chiamiamolo Frate Guido, che ha più storie da raccontare di quante ne possa contenere la biblioteca del Vaticano. Una sera, dopo un paio di bicchieri di quel vino che ti fa vedere la vita in technicolor, Frate Guido decide che è il momento di condividere il suo aneddoto preferito sul Buco della Serratura, quello che, secondo lui, supera tutti i film di spionaggio messi insieme.

"Ragazzi," comincia, con quel tono da chi sta per rivelare il segreto per trasformare l'acqua in vino, "vi ho mai raccontato della volta in cui il Buco della Serratura ha salvato Roma da un'invasione di turisti armati di selfie stick?" Tutti si avvicinano, perché chi può resistere a una storia del genere?

"Successe molti anni fa," prosegue, "quando i selfie stick erano considerati armi da assedio e non semplici fastidiosi oggetti turistici. Una legione di turisti, armati fino ai denti di questi bastoni allungabili, si avvicinava a Roma, pronta a invadere ogni angolo fotografabile della città. Ma sapevano che, per rivendicare la loro conquista, dovevano prima passare dal Buco della Serratura."

I cavalieri ascoltano, ammaliati, mentre Frate Guido descrive come i guardiani del Priorato si prepararono alla battaglia, armati solo della loro astuzia e di una conoscenza approfondita dei modi migliori per rovinare un selfie.

"Quando i turisti arrivarono al Buco della Serratura, pronti a scattare, trovarono una sorpresa: i cavalieri avevano posizionato un minuscolo cavallo di Troia proprio nel campo visivo. Era così adorabile che tutti i turisti, invece di invadere, si misero a fare 'wow' e a scattare foto a questa piccola meraviglia."

"Furono così distratti," continua Frate Guido, "che non si accorsero nemmeno dei cavalieri che, in segreto, alteravano le impostazioni dei loro selfie stick, rendendoli inutilizzabili. E così, grazie al nostro amato Buco della Serratura, la città fu salvata."

La storia finisce tra risate e scetticismo bonario, ma con una certa ammirazione per l'ingegnosità dei cavalieri del Priorato. Frate Guido sorride, sapendo di aver aggiunto un altro strato di mistero al già enigmatico Buco della Serratura. E, come sempre, la verità sta da qualche parte tra il mito e la realtà, nascosta proprio come la vista che si gode da quel piccolo, magico foro.

Giudizio senza appello 

Bene, mettiamoci comodi e prepariamoci a dare un giudizio su questo buco nel muro che sembra aver rubato più cuori di quanti un cardiologo vedrebbe in una vita. Se dovessi descrivere l'esperienza del Buco della Serratura in termini che anche il più distratto tra gli utenti di internet possa capire, direi che è come se avessi scoperto il segreto dell'universo. O, sai, almeno il motivo per cui i calzini scompaiono dalla lavatrice.

Dunque, cari viaggiatori virtuali e reali, su una scala da uno a dieci, quanto dobbiamo amare questo buco spione? Beh, se il panorama che si rivela ai tuoi occhi fosse un film, sarebbe quel tipo di capolavoro che vince tutti gli Oscar possibili, inclusi quelli per le categorie che non sapevi nemmeno esistessero. Per cui, direi che merita un solido 10. Sì, proprio così. Non stiamo parlando del solito 7,5 che dai per educazione quando la tua zia ti chiede se ti è piaciuta la sua torta di mele. Questo è un dieci pieno, con fuochi d'artificio, cori angelici in sottofondo, e la sensazione di essere stati partecipi di qualcosa di unico.

Perché, ammettiamolo, quante volte nella vita ti capita di guardare attraverso un buco e vedere qualcosa di meglio di un muro opposto o, nel migliore dei casi, un piccione che ti guarda indietro con sospetto? Qui, invece, hai la Cupola di San Pietro che ti saluta come un vecchio amico, inquadrata da un viale alberato che sembra esser stato disegnato apposta per rendere il tuo momento di voyeurismo architettonico il più cinematografico possibile.

E non è solo la vista, oh no. È l'esperienza completa. C'è un certo brivido nel fare qualcosa di così inaspettatamente semplice ma profondamente gratificante, come se avessi appena scoperto che il pulsante "non premere" in realtà attiva il distributore di complimenti personalizzati del tuo cervello. È la magia di Roma, condensata in un'esperienza che puoi portare con te, raccontare ai tuoi amici, e ricordare nei momenti di nostalgia da turista.

Quindi, la prossima volta che ti trovi a vagare per le strade di Roma, con un gelato in una mano e Google Maps nell'altra, ricordati che c'è un buco nel muro che aspetta solo di stupirti. E quando lo farai, sappi che in quel momento, in qualche modo, avrai vinto Roma.

Perché te lo consiglio

Te lo consiglio perché... dove altro puoi dire di aver visto una delle meraviglie del mondo attraverso un buco? È la definizione stessa di trovare la bellezza nei dettagli. Anche se, onestamente, è più un dettaglio gigante.

Perché non te lo consiglio

Non te lo consiglio perché... ah no, aspetta. Qui non si applica. Se non ti piacciono le viste mozzafiato ottenute in modi insoliti, allora forse questo posto non fa per te. Ma seriamente, chi sarebbe quella persona?

Roma: più che un buco nel muro
homoerectus, Alessandro Liggieri 13 marzo 2024

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