La guida definitivamente non ufficiale alla Porta Alchemica di Roma

Ovvero: come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il mistero
10 aprile 2024 di
La guida definitivamente non ufficiale alla Porta Alchemica di Roma
homoerectus, Alessandro Liggieri

A Roma, tra un gelato e un selfie al Colosseo, scopri la Porta Alchemica: un angolo di mistero in Piazza Vittorio. Avventura garantita. 

Un portone verso l'ignoto

Eccomi, pronto a immergerci in un’avventura degna di una nota a piè di pagina in un libro di storia troppo polveroso per essere aperto senza starnutire. Parliamo della Porta Alchemica di Piazza Vittorio, o come mi piace chiamarla: il portone verso l’ignoto.

Immagina di passeggiare per Roma, con la mente annebbiata dai troppi gelati e dalla stanchezza che solo un turista può comprendere, quando all’improvviso, in mezzo a un parco che ha più gatti che alberi, ti imbatti in questa porta. No, non è l’entrata segreta di un club esclusivo per maghi disoccupati o la casa vacanze di un alchimista in pensione. È qualcosa di molto più intrigante.

La porta, con le sue incisioni che sembrano emoji per occultisti, sta lì, imperturbabile, sfidando chiunque passi a cercare di capirci qualcosa. Si trova lì, nel bel mezzo di un parco romano, come se un giorno, mentre tutti erano troppo occupati a lamentarsi del caldo, abbia deciso di fare un piccolo spuntino di realtà per poi ruttare fuori un mistero architettonico.

Fisicamente parlando, è un portale che non porta da nessuna parte, a meno che non conti il Paese delle Meraviglie o, al massimo, il retro di un cartellone pubblicitario molto convincente. È fatta di pietra, il che è ovvio, ma non quella pietra noiosa che vedi dappertutto a Roma. No, questa ha il superpotere di far pensare la gente: “Ehi, cosa cavolo sto guardando?”. Architettonicamente, è un mix tra "ho bevuto troppo limoncello" e "ho appena scoperto Photoshop".

E la posizione? Ah, Piazza Vittorio, un luogo così pieno di vita, cultura e, a volte, di odori misteriosi che potresti facilmente camminare per ore cercando di capire se sei ancora a Roma o se hai accidentalmente varcato un portale per un'altra dimensione. La porta si trova lì, come un custode silenzioso di segreti che solo i più audaci, o i più persi, cercheranno di scoprire.

In breve, la Porta Alchemica è come quell'amico eccentrico che tutti hanno: un po’ strano, decisamente affascinante, e con abbastanza storie da raccontare da riempire una serata. Ma a differenza dell'amico, non ti chiederà di traslocare un divano il sabato pomeriggio. Quindi, perché non andare a dare un'occhiata? Dopotutto, è sempre bello avere qualcosa di misterioso e completamente inesplicabile da raccontare una volta tornati a casa.

Come tutto ebbe inizio

Allora, preparati, perché sto per svelarti come tutto ebbe inizio con la Porta Alchemica. E credimi, è una storia talmente avvolta nel mistero che persino Scooby-Doo avrebbe detto, "Ragazzi, forse è meglio se andiamo a cercare qualche sandwich invece."

Immagina di essere nel Rinascimento, un'epoca in cui le persone erano così ossessionate dall'idea di trasformare i metalli vili in oro che probabilmente avrebbero cercato di alchimizzare anche il loro suocero, se solo avessero potuto. È in questo contesto di follia creativa e dubbia igiene personale che nasce la nostra protagonista: la Porta Alchemica.

La leggenda narra che un nobile, che aveva più soldi che senso comune, decise che quello che davvero gli serviva nella vita era una porta magica nel suo giardino. Non una piscina, non un campo da tennis, ma una porta. Perché, sai, a quel tempo era così che si mostrava il proprio status sociale: "Guardate tutti, ho una porta che non va da nessuna parte. Batto tutti voi."

Così, il nostro nobile, con l'aiuto di un alchimista che probabilmente indossava un cappello troppo grande per la sua testa, iniziò la costruzione di questa porta. Utilizzarono pietre antiche, incantesimi dubbiosi, e probabilmente un sacco di quelle erbe che ti fanno vedere i suoni e sentire i colori. E voilà, la porta fu completata.

Ma ecco il bello: non appena finirono, si resero conto che non avevano la minima idea di cosa dovesse fare questa porta. Aprire un portale per un'altra dimensione? Dare inizio all'apocalisse? O forse era solo un modo molto elaborato per dire ai vicini, "Ehi, guardate quanto sono eccentrico"?

La verità è che nessuno lo sa. La porta rimase lì, come un enigma avvolto in un mistero, racchiuso in un rebus, sepolto sotto un criptex. E da allora, è diventata una sorta di attrazione per coloro che amano il mistero, la storia, e fare selfie con sfondi che fanno sembrare interessante la propria vita su Instagram.

In breve, la storia della Porta Alchemica è un promemoria che, a volte, nella vita, non è tanto la destinazione ciò che conta, ma il viaggio. E anche se quel viaggio finisce con te che guardi confuso una porta nel mezzo di Roma, beh, almeno avrai una storia divertente da raccontare.

La leggenda del mago smarrito

Oh, la leggenda del mago smarrito. Questa è una di quelle storie che ti fanno chiedere se la gente del passato aveva davvero troppo tempo libero o semplicemente un'immaginazione troppo vivace. Ma, ascolta, perché questa è oro.

Una volta completata la Porta Alchemica, con tutte le sue incisioni criptiche che sembrano istruzioni per montare mobili svedesi senza il manuale, iniziò a circolare una voce. Si diceva che l'alchimista che aveva costruito la porta, che per comodità chiameremo Bob (perché i nomi storici sono difficili da ricordare), non era solo un appassionato di trasmutazione dei metalli. No, Bob era anche un po' un mago a tempo perso. E, come ogni buon mago che si rispetti, aveva un trucco finale così spettacolare che avrebbe lasciato a bocca aperta persino David Copperfield.

La leggenda racconta che, dopo aver completato la porta, Bob decise che era il momento di scomparire. Non in senso figurato, tipo andare in pensione alle Bahamas. No, lui voleva sparire letteralmente. Così, con un abile movimento del suo mantello (perché tutti i maghi hanno un mantello, è praticamente una regola), si avvicinò alla porta, pronunciò alcune parole che suonavano come una ricetta segreta per una pizza magica, e... puff! Sparì. Lasciando dietro di sé solo un paio di scarpe fumanti.

Da quel giorno, si mormora che il mago Bob sia ancora lì, intrappolato in una dimensione parallela dietro la porta, aspettando che un'anima coraggiosa risolva l'enigma e lo liberi. Alcuni dicono che puoi sentirlo di notte, lamentarsi per la scarsa ricezione Wi-Fi e per il fatto che nessuno abbia ancora trovato il modo di liberarlo.

Ora, se sei del tipo scettico, potresti pensare che questa sia solo una storia inventata per attrarre turisti. Ma ah, amico mio, questo è il bello delle leggende: non importa quanto siano assurde, c'è sempre quel "e se?" che ti fa guardare quella porta e pensare, "Beh, non costa nulla provare a dire 'Abracadabra', giusto?"

In conclusione, la leggenda del mago smarrito è il perfetto esempio di come, a volte, la realtà possa essere più strana della finzione. O forse è solo che ci piace pensare che, in qualche angolo nascosto del mondo, ci sia ancora spazio per un po' di magia. E, chi sa, forse una volta risolto l'enigma della Porta Alchemica, potresti anche trovare Bob lì, che ti aspetta con un cappuccino magico, pronto a raccontarti dove è andato storto con il suo trucco di scomparsa.

Un gioiellino nascosto

Darei alla Porta Alchemica un solido 9 su 10. E l'unico motivo per cui non raggiunge la perfezione è che non vende gelati. Perché, vedete, questo non è il solito punto di interesse turistico. Non c'è nessuno che cerca di venderti selfie stick o acqua a prezzi esorbitanti. È solo lì, in tutta la sua gloria misteriosa, come se dicesse: "Ehi, vieni qui, ho qualcosa di interessante da raccontarti."

Te lo consiglio perché è l'antidoto perfetto alla sindrome da "ho visto troppi monumenti e ora tutti si confondono nella mia testa". In un mondo dove puoi vedere quasi tutto online, c'è qualcosa di incredibilmente potente nell'essere fisicamente presenti davanti a un enigma secolare.

Ma aspetta, c'è di più. Questo posto non è solo un pezzo di storia dimenticato o un punto di riferimento per i cacciatori di misteri. È un promemoria che, in ogni città, anche in quella che pensi di conoscere come le tue tasche, ci sono ancora segreti da scoprire. E forse, solo forse, la vera magia è nel viaggio che fai per svelarli.

In breve, la Porta Alchemica non è solo un portone che non va da nessuna parte; è un invito a ricordare che il mondo è pieno di meraviglie, se solo ci prendiamo il tempo di cercarle. Quindi, sì, è decisamente un gioiellino nascosto. E se dopo averlo visitato ti ritrovi a controllare sotto il tuo letto nella speranza di trovare un portale segreto, beh, non dire che non ti avevo avvisato.

Perché te la consiglio

Te la consiglio perché non è il solito monumento turistico. È una piccola avventura urbana, un pezzo di storia avvolto in un enigma. e poi, ammettilo, la storia del mago smarrito ha già catturato la tua immaginazione.

Perché non te la consiglio

Non te la consiglio perché... no, aspetta, qui dovrei dirti perché non visitarla, ma sinceramente? Se non ti piace l'idea di esplorare e scoprire, forse è meglio che ti attacchi alla mappa e segui il gregge. La porta alchemica è per gli avventurieri, non per i noiosi.

La guida definitivamente non ufficiale alla Porta Alchemica di Roma
homoerectus, Alessandro Liggieri 10 aprile 2024

Newsletter 

Sii il primo a scoprire tutte le ultime novità, recensioni e consigli. Iscriviti alla newsletter.

Condividi articolo