Oppenheimer e l'atomo: Nolan tiene il mondo in un filo di sospensione

Un'esplosione di genialità o un fuoco di paglia? Nolan e l'arte di tenerti sul filo.
18 marzo 2024 di
Oppenheimer e l'atomo: Nolan tiene il mondo in un filo di sospensione
Alessandro Liggieri

In un'avventura cinematografica dove la fisica incontra il destino umano, Nolan ti porta nel labirinto mentale di Oppenheimer, senza mai darti il filo d'Arianna. 

La storia che non ti aspetti 

In una dimensione parallela dove Einstein fa surf e Bohr vince a poker contro Schrödinger (il gatto è l'arbitro, ovviamente), Nolan decide che è il momento di raccontare la storia di Oppenheimer, ma con un twist alla Moore. Immagina di entrare in un bar e trovare Oppenheimer al bancone, sorseggiando un martini e chiacchierando amabilmente con un piatto di spaghetti che sostiene di essere Niels Bohr.

"Vedi," dice Oppenheimer, indicando un atomo fluttuante che casualmente passa da quelle parti, "questa è la bellezza del caos. Può sia creare che distruggere, e a volte fa entrambi mentre aspetti che il tuo caffè si raffreddi."

Il film procede in un tripudio di dialoghi che sfidano la gravità, teorie che farebbero impallidire un fisico quantistico e svolte narrative che ti lasciano a chiederti se Nolan abbia preso in prestito il manuale di istruzioni per costruire montagne russe e lo abbia usato come copione.

In questo universo alternativo, Oppenheimer non è solo il padre della bomba atomica, ma anche un aspirante comico stand-up che usa le equazioni della meccanica quantistica come materiale per le sue battute. "Perché la particella ha attraversato la barriera di potenziale?" chiede a un pubblico composto da scienziati, spie e occasionali viaggiatori nel tempo. "Per arrivare dall'altra parte! E poi perché, ovviamente, la funzione d'onda non era in modalità confinamento."

La vera sorpresa, però, è quando scopriamo che l'intero progetto Manhattan è stato in realtà un complicatissimo piano per organizzare la festa a sorpresa più esplosiva della storia per il compleanno di Einstein. "Sorpresa!" urlano tutti, mentre l'esplosione atomica si rivela essere un gigantesco spettacolo pirotecnico, e le uniche cose ad essere bombardate sono le papille gustative degli invitati con un buffet gastronomico che sfida le leggi della fisica.

Nolan, seduto in un angolo con un sorriso compiaciuto, si gode il caos che ha orchestrato, dimostrando una volta di più che anche nelle narrazioni più serie, c'è sempre spazio per un pizzico di assurdità.

Perché ti lascerà a bocca aperta (ma non troppo)

Ah, "Perché ti lascerà a bocca aperta (ma non troppo)": eccoci in un viaggio nel cuore pulsante di "Oppenheimer", un film che, come un gelato al wasabi, ti sorprende ad ogni leccata, ma non sempre nel modo in cui ti aspetti.

Immagina di essere invitato a una cena esclusiva dove ti aspetti un banchetto degno di un re e ti ritrovi davanti una singola oliva su un piatto d'argento. Ecco, Nolan fa un po' così con "Oppenheimer". Ti aspetti una pirotecnica delirante di effetti speciali, un viaggio interstellare tra quasar e buchi neri, e invece ti ritrovi a contemplare l'anima umana attraverso gli occhi inquieti di Cillian Murphy.

Sì, perché Nolan decide che la vera esplosione da mostrare non è quella atomica, ma quella interna di un uomo che ha cambiato il corso della storia. Un'implosione emotiva resa con una tale maestria da lasciarti, appunto, a bocca aperta. Ma non troppo. Perché, in fondo, quello che volevi era vedere Los Angeles ridotta in cenere da una CGI spettacolare, non vero?

Murphy brilla nel suo ruolo di Oppenheimer, interpretando il fisico con una profondità che ti fa quasi dimenticare di non aver visto nemmeno una singola esplosione in IMAX. E qui Nolan gioca la sua carta vincente: ti tiene incollato allo schermo con il potere delle parole, dei dialoghi che sono più affilati di un coltello da sushi.

Ma non è tutto oro quello che luccica. A volte, nel corso di questo banchetto nolaniano, potresti sentirti un po' come se ti fosse stato promesso un piatto di fettuccine al tartufo e ti ritrovassi invece a masticare diligentemente una zuppa di ceci. Nutriente, sì, ma non esattamente quello che avevi in mente.

In conclusione, "Oppenheimer" ti lascerà a bocca aperta, ma forse non per i motivi che pensavi. Sarai estasiato dalla performance di Murphy, dalla regia di Nolan, dalla sceneggiatura che balla tra fisica quantistica e dilemmi morali come Fred Astaire in punta di piedi. Ma in un angolino del tuo cuore cinefilo, un piccolo diavolo alla Christopher Moore ti sussurrerà: "Ehi, ma un po' di esplosioni in più non avrebbero guastato, no?"

Perché te lo consiglio

Perché  esplora i labirinti della mente umana e le ombre del progresso. Nolan ti sfida a riflettere sui limiti della scienza e sull'etica delle scoperte che possono ridisegnare il mondo.

Perché non te lo consiglio

Se cerchi l'adrenalina tipica dei film di Nolan, qui potresti trovarti un po' spaesato. "Oppenheimer" gioca più sulle corde del dramma interiore che su quelle dell'azione spettacolare.

Ti do consigli, poi vedi tu...

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Alessandro Liggieri 18 marzo 2024
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