Suzume si trova a inciampare sul ragazzo Sota e, oh sorpresa, in una porta che è tutto fuorché ordinaria. Cosa succede quando la tua porta di casa si apre su un'altra dimensione? Lei sta per scoprirlo, e tu sei invitato!
Solo porte chiuse e misteri aperti
Dunque, abbiamo Suzume, una ragazza di 17 anni che vive la sua vita tranquilla finché non inciampa, quasi letteralmente, in Sota. Sì, questo tipo, un giovane un po' troppo serio con un lavoro che nessuno vorrebbe mai: chiudere porte che non dovrebbero mai essere aperte. Perché, sai, dietro quelle porte non trovi il paradiso, ma piuttosto un'accozzaglia di cose che preferiresti non incontrare nemmeno in un videogame.
E così inizia la nostra avventura, quando Suzume, spinta dalla curiosità (e forse un po' di noia scolastica), decide di seguire Sota. Scoprono insieme una porta che non porta da nessuna parte bella, una di quelle porte che ti fa dire "oh, avrei dovuto ascoltare mia madre quando mi diceva di non fare gli affari degli altri." Ma ormai è troppo tardi, la porta è aperta e cosa c'è dietro? Non il guardaroba di Narnia, ma un campo stellato che sembra uscito da un film di basso budget.
Tra una chiusura e l'altra, Suzume si ritrova a combattere contro forze soprannaturali (sì, ci sono anche dei vermi giganti, perché no?) e a riscoprire pezzi del suo passato che forse sarebbe stato meglio lasciare sepolti. E mentre il tutto si svolge, non puoi fare a meno di chiederti: "Ma in che pasticcio mi sono cacciato stavolta?"
In questo delizioso caos, Suzume non solo impara a chiudere porte fisiche ma anche metaforiche, facendo i conti con le tragedie del suo passato e con la strana e nuova amicizia con un ragazzo che ha più problemi di quanti ne potrebbe contare un calcolatore. E tutto questo mentre cerca di non far finire il mondo come lo conosciamo. Niente di che, solo un altro giorno nella vita di una ragazza che voleva solo andare a scuola.
In sintesi, la trama di "Suzume" ti trascina in un viaggio che è tanto assurdo quanto affascinante, con un mix di momenti "Che diavolo sta succedendo?" e "Ah, ora capisco!" che ti terranno incollato fino all'ultima pagina, o meglio, fino all'ultimo fotogramma.
Suzume merita un posto sul tuo divano
Se pensavi che il tuo divano fosse solo per pisolini non pianificati e serate di binge-watching serie tv che non ricorderai la prossima settimana, preparati a riservargli un posto d'onore per Suzume. Questo non è il solito cartone animato che ti aspetti; è qualcosa che ti fa dire "Wow, quindi si può ancora essere originali al cinema?".
Primo piano sulle qualità tecniche, perché se devi guardare un film, tanto vale che sia bello, giusto? E qui "Suzume" non delude: l'animazione è talmente dettagliata e vibrante che potresti sentirti in colpa per non aver pulito lo schermo della TV da... quando hai comprato la TV. La regia di Makoto Shinkai ti fa navigare tra paesaggi urbani dettagliati e scene di fantasia che farebbero impallidire anche il più fervido sognatore.
Passiamo alla trama, perché, ammettiamolo, una bella confezione è niente senza una sostanza degna. Ebbene, il racconto di Suzume è un intrigo di elementi soprannaturali con una spolverata di dramma personale—il mix perfetto per chi ama le storie che ti tirano dentro (a volte letteralmente, con quella storia delle porte). Suzume non è solo una spettatrice passiva nella sua avventura, ma una protagonista attiva che affronta le sue paure, si scontra con le catastrofi e... beh, non spoileriamo troppo.
E poi ci sono i temi. Oh, i temi! Se ti piace scavare sotto la superficie lucida delle cose, preparati a un viaggio che esplora la perdita, il trauma, e la resilienza con una delicatezza che ti fa quasi dimenticare di stare guardando un film con un gatto che fa magie. È una di quelle storie che ti lascia qualcosa, un piccolo souvenir emotivo che ti ritrovi a rigirare in mente giorni dopo la visione.
Voto finale? Dai un solido 8.5/10 a "Suzume". Perché non un 10 pieno? Perché, caro lettore, la perfezione è sopravvalutata e, sinceramente, un po' di imperfezione è ciò che rende tutto più interessante. Così, tira fuori i popcorn, rilassa i cuscini, e preparati a dare a Suzume il posto d'onore sul tuo divano. Sarà un viaggio che non vorrai perderti, e chi sa? Potresti anche imparare qualcosa sulle porte che è meglio lasciare chiuse.
Perché te lo consiglio
Te lo consiglio perché Suzume e Sota non sono gli eroi che ci aspettavamo, ma sono quelli di cui abbiamo bisogno. Attraverso i loro viaggi, il film esplora la resilienza umana di fronte alle avversità e come anche gli errori possono aprire porte a nuove comprensioni. Chi non ha bisogno di un promemoria che, a volte, è ok sbagliare la strada?
Perché non te lo consiglio
Non te lo consiglio se preferisci le tue storie lineari e senza troppi fronzoli soprannaturali. Qui c'è più di una porta che apre su un mondo che potrebbe confondere chi cerca solo un po' di svago leggero.