Cobweb: quando l’unico vero incubo è la trama che non si trova

Cobweb promette suspense, ma ti lascia con più domande che brividi. Se ami i film horror che non si prendono troppo sul serio e ti lasciano appeso come un calzino bucato, allora è il film per te.

Cobweb: aspettare il terrore è più pauroso del film stesso

C’è una casa, ci sono dei genitori strani (davvero strani) e poi c’è un bambino che sente rumori misteriosi dietro le pareti. La premessa ti fa pensare: “Ok, è un classico, ma può funzionare.” Ma più il film va avanti, più ti accorgi che l’unico vero mistero è perché stai ancora guardando.

I rumori che Peter, il protagonista, sente dietro le pareti sembrano il preludio a qualcosa di grande, di pauroso, di memorabile... e invece ti lasciano con l’amara sensazione che forse l’unica cosa che sparisce in questo film è il buon senso narrativo. I suoi genitori, poi, sono una delizia di disagio: due individui che ti fanno desiderare di non essere mai stato invitato a cena.

E tu, lì seduto, con il popcorn ormai freddo, aspetti che il grande momento arrivi. E continui ad aspettare. E aspetti ancora. Alla fine, non resta che la domanda: "Ma sto guardando un film horror o solo il riassunto di una brutta giornata?"

Cobweb: la tensione cresce, ma solo nella tua pazienza

Il film cerca, con tutti i mezzi a sua disposizione (che sospetto siano pochi), di costruire una tensione. E all’inizio ci riesce: una casa inquietante, un bambino che sente cose che non dovrebbe, e genitori che sembrano più preoccupanti dei rumori stessi. Ma ecco il problema: la tensione c’è solo sulla carta. La sensazione è che qualcosa di terribile stia per succedere, ma ogni volta che pensi di essere sul punto di scoprire la verità, il film si tira indietro come se avesse paura di farti davvero paura.

Ogni volta che Peter si avvicina a svelare il mistero, tu sei lì che ti dici: “Ecco, ci siamo!” E poi, niente. Ancora una scena di dialogo, un'altra occhiata sinistra, e la tua voglia di capire cosa diavolo stia succedendo inizia a svanire, proprio come la trama. Il problema non è tanto la mancanza di azione, ma la mancanza di direzione. È come se il film stesse cercando di spaventarti solo con l’attesa, ma senza darti la soddisfazione di un vero colpo di scena.

Cobweb: dietro ogni parete c’è un segreto... che non ti interessa davvero scoprire

La storia di Cobweb segue il piccolo Peter, un ragazzino che vive con due genitori che sembrano usciti da un incubo casalingo. Loro non sono solo strani, sono il tipo di persone che ti fanno rivalutare quanto sia normale la tua famiglia. Mentre Peter inizia a sentire rumori strani dietro i muri, la situazione peggiora rapidamente, ma non in senso positivo.

Man mano che il mistero si dipana, scopriamo che dietro quelle pareti c’è un segreto, e a quel punto ti aspetti che il film ti travolga con una rivelazione sconvolgente. E invece no. Quello che trovi è una spiegazione che lascia molto a desiderare. L’orrore non deriva tanto da quello che scopri, quanto dal fatto che hai passato un’ora e mezza ad aspettare qualcosa di più. Certo, ci sono dei momenti di tensione, ma sono come i temporali estivi: arrivano, fanno un po’ di rumore, e se ne vanno senza lasciare traccia.