Longobardi: guerrieri con un pessimo taglio di capelli e un Impero da costruire

Sbarbati, selvaggi e sorprendentemente civili.
20 febbraio 2024 di
Longobardi: guerrieri con un pessimo taglio di capelli e un Impero da costruire
homoerectus, Alessandro Liggieri

Un'avventura temporale nei panni di un Longobardo. Spoiler: non è solo pillole di ferro e saccheggi!

Quando i Longobardi erano più di una squadra di calcio scadente

Ah, i Longobardi! Quel popolo che tutti ricordano come... beh, onestamente, la maggior parte delle persone non ricorda molto di loro. E no, non sono una squadra di calcio di serie D (anche se, ammettiamolo, sarebbe stato fantastico). Parliamo di quei tipi robusti venuti dal Nord, che hanno pensato: "Perché non fare un giretto in Italia?". E no, non per una vacanza. Più per un "conquistiamola e chiamiamola casa".


Immagina un gruppo di tizi barbuti che scendono dalle montagne, con gli elmi che luccicano al sole (probabilmente non luccicavano, ma dà più effetto così), pronti a fare la storia. O a scriverla, se avessero avuto il tempo di fermarsi tra un saccheggio e l'altro. Perché quando parliamo dei Longobardi, parliamo di uomini d'affari. Il loro business? Conquistare. E credimi, erano piuttosto bravi in quello.


Ma i Longobardi non erano solo asce e conquiste. C'era di più sotto quegli elmi impolverati. Avevano un certo stile, un certo je ne sais quoi che li rendeva unici. Forse era il modo in cui lanciavano le loro asce o forse era il loro gusto nell'arte. Sì, hai capito bene, l'arte. Non solo guerrieri, ma anche estimatori di belle cose. Un po' come quel cugino che ti aspetti sia un rozzo, ma poi scopri che colleziona francobolli rari.


Quindi, preparati a un viaggio nella storia che è tutto fuorché noioso. Perché con i Longobardi, è sempre una sorpresa. E tu, caro lettore, sei in prima fila per questo spettacolo di storia, umorismo e... beh, un sacco di asce.

Alboino: barbuto, brutto e brutale (ma con un cuore d'oro)

Ah, Alboino. Se pensi a un re longobardo, lui è il tuo uomo. O meglio, il tuo barbaro. Non proprio il tipo da portare a cena con i tuoi (a meno che tu non voglia spaventare il tuo partner). Immagina un tipo grande, barbuto, con un'ascia sempre a portata di mano e un sorriso che dice "Potrei conquistarti, ma ora non mi va". Alboino non era solo muscoli e pelliccia; aveva anche un cervello, e l'ha usato per trasformare un gruppo di guerrieri disordinati in un esercito che faceva tremare le ginocchia a tutti in Italia. Un vero cuore d'oro... se ignoriamo tutti i saccheggi. 

Pavia: non solo un posto per un pit stop autostradale

Pavia, oggi nota per... ok, non molti la conoscono. Ma una volta era il cuore pulsante dell'impero longobardo. Non che ci fosse molto da pulsare, a parte le battaglie. La conquista di Pavia non è stata una passeggiata. Immagina Alboino che dice: "Ehi ragazzi, che ne dite di prenderci quella città?" e tutti gli altri che rispondono: "Perché no?". Ma non fu così facile. Pavia si è rivelata un osso duro, ma alla fine, i Longobardi hanno avuto la meglio. E Pavia è entrata nella storia come... beh, un posto che è stato conquistato dai Longobardi.

Teodolinda: la Beyoncé dei Longobardi 

Ora, lascia che ti parli di Teodolinda. Questa donna era l'incarnazione della regalità longobarda. Pensaci come alla Beyoncé del Medioevo. Aveva stile, classe e sapeva come gestire un regno. E, a differenza di molte regine del suo tempo, non stava solo seduta a guardare il marito fare tutto. No, lei era nel bel mezzo dell'azione, influenzando la politica, la religione e forse anche la moda longobarda. Insomma, una vera power woman.

L'arte longobarda: finalmente qualcosa che non implica asce 

E l'arte? Sì, i Longobardi sapevano apprezzare le belle cose. Quando non erano occupati a combattere o a bere birra, si dilettavano nell'arte. Non aspettarti la Monna Lisa, ma hey, per essere un popolo di guerrieri, non se la cavavano male. Le loro opere d'arte sono come quei graffiti che trovi sui muri e pensi "Wow, questo ha talento". Solo che invece di spray, usavano martelli e scalpelli. E il risultato? Sorprendentemente bello.

Cinque date che non troverai nel tuo calendario, ma che hanno segnato i Longobardi 

568 d.C.: la grande "scampagnata" Longobarda in Italia

"Ragazzi, facciamo un giretto in Italia?" E così inizia la grande avventura. I Longobardi, probabilmente stanchi del freddo del Nord, decidono che l'Italia è un posto migliore per le loro vacanze permanenti. Pensa a questo come al loro biglietto d'ingresso nella storia italiana. 

572 d.C.: la conquista di Pavia – il grande "ci siamo anche noi" 

Pavia, oh Pavia. Non era solo un nome su una mappa, ma il trofeo dei Longobardi. Dopo un assedio di tre anni, che è più lungo di quanto la maggior parte delle persone oggi riesca a mantenere un lavoro, Pavia cade e diventa la nuova capitale. È come se i Longobardi avessero detto: "Ecco, ci siamo anche noi ora!"

590 d.C.: Autari diventa Re – "Il rinnovamento di stile" 

Autari sale al trono e decide che è il momento di un restyling. Sì, anche i Longobardi avevano bisogno di un cambiamento di look di tanto in tanto. Autari non è solo il re, è il re dello stile. E con lui, inizia una nuova era di... beh, principalmente più battaglie, ma con più classe.

774 d.C.: Carlo Magno arriva e dice "Party finito"

Ogni festa ha una fine, e Carlo Magno è stato il vicino di casa che chiama la polizia. I Longobardi stanno ancora festeggiando il loro impero quando Carlo Magno decide che è ora di aggiungere l'Italia alla sua collezione. E così, l'era longobarda si conclude, non con un botto, ma con un "Oh no, Carlo Magno!"  

Modernità: "Eccoli nei libri di storia"

E ora? I Longobardi sono una voce nei libri di storia, una menzione in un documentario che guardi quando non trovi nulla di meglio. Ma ricorda, un tempo erano i re del blocco. O almeno dell'Italia settentrionale. 

I Longobardi: non solo un capitolo di storia, ma anche un reality show non trasmesso

Allora, abbiamo fatto un viaggetto con i Longobardi, quei tipi robusti che hanno lasciato il segno (e non solo con le asce). Sono entrati in Italia come se fosse una porta girevole di un hotel di lusso, hanno fatto un po' di casino, e alla fine sono stati gentilmente invitati a uscire da Carlo Magno, il buttafuori della storia.

Ma cosa ci lasciano i Longobardi? Beh, più di quanto tu possa pensare. Non solo un mucchio di rovine e qualche corona arrugginita. Hanno influenzato la cultura, la lingua, l'arte e persino la politica dell'Italia moderna. È come se avessero lanciato una pietra nello stagno della storia e le onde arrivano fino a noi.

E la cosa più importante che abbiamo imparato dai Longobardi? Che anche il più barbaro dei barbari può avere un gusto raffinato per l'arte e un po' di savoir-faire politico. Sì, hanno fatto le loro scorpacciate di battaglie e conquiste, ma erano anche dei tipi piuttosto sofisticati, a modo loro.

Quindi la prossima volta che senti parlare dei Longobardi, non pensarli solo come a dei guerrieri con un pessimo taglio di capelli. Ricorda che sono stati anche dei pionieri, degli artisti, e hey, forse i primi influencer della storia. E se pensi che la loro storia sia solo un capitolo noioso di un libro di testo, ricordati che avrebbe potuto essere un reality show pieno di azione, intrighi e, naturalmente, un sacco di capelli unti.

E con questo, salutiamo i Longobardi, quei vecchi amici della storia che ci hanno insegnato che a volte, anche il più grande dei guerrieri può apprezzare un bel pezzo d'arte. O almeno, non distruggerlo.

Perché te li consiglio

Perché senza di loro, l'Europa sarebbe solo un gigantesco campo da calcio senza regole.

Perché non te li consiglio 

Se il tuo idea di divertimento non include saccheggi e conquiste, forse è meglio che ti attieni a Netflix.  

Longobardi: guerrieri con un pessimo taglio di capelli e un Impero da costruire
homoerectus, Alessandro Liggieri 20 febbraio 2024

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